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I contenuti sviluppati durante il percorso meritano di essere descritti in quanto la loro rilevanza ha consentito di effettuare alcune operazioni cognitive sui concetti affrontati e sugli obiettivi formativi che il progetto nel suo complesso si proponeva.

Affrontare la tematica dell’Africa non significa soltanto conoscere la sua posizione geografica, i macro ambienti, il clima, la sua storia, ma significa incontrare e scontrarsi con problematiche che, come persone e cittadini del mondo, oggi coinvolgono tutti.

L’utilizzo delle risorse, la distribuzione dei beni, le guerre e la violenza, la diffusione delle malattie, la mancanza di equità sociale e di accesso alle fonti di formazione e informazione, sono solo alcuni di questi nodi. All’interno di tali problematiche ci sono uomini e donne e bambini, tanti bambini che non necessariamente avranno un futuro che li aspetta. In Mali solo il 69 % della popolazione è dotato di servizi igienici e solo il 65% di acqua potabile. La mancanza dell’acqua nel villaggio di Dioubeba è uno dei bisogni primari per offrire una qualità della vita alle soglie della sopravvivenza. Riflettere su tali situazioni, prendendole come impegni personali per effettuare un cammino nella loro comprensione, consente di affrontare con gli alunni le tematiche del concetto di “bene comune”, di cui l’acqua è uno degli elementi. Inoltrandosi nell’esplorazione si affrontano di conseguenza quelle che sono le problematiche legate all’acqua come risposta ai bisogni fondamentali dell’uomo di: abitare, vestirsi, nutrirsi, muoversi, ben stare, e a quelle legate all’ambiente, con particolare riferimento all’acqua come fonte di energia e al risparmio energetico e ricorso alle energie alternative più in generale.

Nella fase di ricerca poi è stato anche affrontato il tema della costruzione tecnica di un pozzo e dei costi economici e utilizzo delle risorse. Da una parte si ricava che tecnicamente ed economicamente costruire un pozzo è una cosa che, se fosse realizzata in Italia, risulta piuttosto semplice e a costo contenuto, ma perché in Africa è così difficoltoso e i tempi si dilatano in maniera esponenziale? Questa domanda è stata posta dagli alunni alle volontarie dell’Associazione che hanno spiegato come i villaggi siano lontanissimi molti giorni di cammino a piedi dalla capitale dove si possono trovare i materiali, i tecnici, la manodopera specializzata per eseguire i lavori. Il problema quindi non è la difficoltà tecnica, né la mancanza di falde acquifere sotterranee e neppure il costo (costruire un pozzo in un villaggio costa circa 6000 euro), quanto riuscire a trovare il personale tecnico che in loco effettui il lavoro.